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Forum di auto-aiuto per disturbi della sfera psicologica


    N.A.S. - Disturbi del comportamento alimentare Non Altrimenti Specificati

    roshli
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    N.A.S. - Disturbi del comportamento alimentare Non Altrimenti Specificati Empty N.A.S. - Disturbi del comportamento alimentare Non Altrimenti Specificati

    Messaggio Da roshli Lun Gen 19, 2009 5:07 pm

    Criteri diagnostici
    DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NON ALTRIMENTI SPECIFICATI (AA.VV.: DSM - IV Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.)

    La categoria dei Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati include quei disturbi dell’alimentazione che non soddisfano i criteri di nessuno specifico Disturbo dell’Alimentazione.

    Gli esempi includono:

    Per il sesso femminile, tutti i criteri dell’AN in presenza di ciclo mestruale regolare.
    Tutti i criteri dell’AN sono soddisfatti e, malgrado la significativa perdita di peso, il peso attuale risulta nei limiti della norma.
    Tutti i criteri della BN risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza inferiore a 2 episodi per settimana per tre mesi.
    Un soggetto di peso normale che si dedica regolarmente ad inappropriate condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo (es. induzione del vomito dopo aver mangiato due biscotti)
    Il soggetto ripetutamente mastica e sputa, senza deglutire, grandi quantità di cibo.
    Disturbo da Alimentazione Incontrollata: ricorrenti episodi di abbuffate in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate tipiche della Bulimia Nervosa.
    Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso come vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.


    Caratteristiche comuni
    La sezione “caratteristiche comuni” dei disturbi del comportamento alimentare racchiude una eterogenea categoria diagnostica che contempla al suo interno manifestazioni alimentari scorrette caratterizzate da una sintomatologia clinicamente significativa che però non soddisfa i criteri diagnostici dei disturbi del comportamento alimentare ad oggi inquadrati a livello nosologico.

    I criteri diagnostici per un disturbo del comportamento alimentare “classico”, come l’anoressia nervosa o la bulimia nervosa, possono non essere soddisfatti a causa di una durata inferiore dei sintomi in termini di tempo, per una minore significatività clinica delle manifestazioni sintomatologiche, o per una sovrapposizione di sintomi appartenenti a diverse categorie diagnostiche. Sarebbe tuttavia un errore sottovalutare questi disturbi partendo dal presupposto che non godono ancora di una chiara ed autonoma collocazione diagnostica (Walsh, Garner 1997), soprattutto alla luce di recenti dati statistici che stimano molto elevata la loro incidenza sul totale dei disturbi del comportamento alimentare.


    Di seguito sono riportate le caratteristiche più peculiari e comuni di questi tipi di disturbi del comportamento alimentare “non classificabili”. Esse, oltre ad essere facilmente identificabili dai soggetti che ne sono affetti, sono oramai da tempo parte del bagaglio culturale dei professionisti del settore, che negli ultimi anni hanno potuto formulare dei protocolli di trattamento adeguati.


    Bassa autostima: è una delle caratteristiche più frequenti nei soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare. La bassa autostima spesso spinge gli individui a sovrastimare l’apparenza corporea, riponendo nel raggiungimento della migliore forma fisica aspettative irreali di successo e di realizzazione personale.

    Inoltre, la poca stima di sé contribuisce a far affrontare in maniera eccessivamente negativa eventuali “sconfitte” o “ricadute” alimentari, favorendo l’insorgere di un altro aspetto comune nei soggetti con disturbi alimentari, e cioè i sensi di colpa.

    Sensi di colpa: l’imporre a se stessi una dieta troppo rigida stigmatizzando eventuali trasgressioni, non solo è un atteggiamento che favorisce l’accadimento di queste ultime, ma soprattutto rende facile l’insorgenza dei sensi di colpa a causa della non adempienza alle proprie prescrizioni. I sensi di colpa dunque innescano un circolo vizioso grazie al quale il soggetto alterna momenti di restrizione alimentare con altri di perdita di controllo, modalità alimentare che altro non porta che allo sviluppo di pensieri e comportamenti perpetuanti l’obesità.

    Sintomi depressivi: a lungo termine, l’incapacità di adempiere ad una rigida prescrizione alimentare unita allo sperimentare numerosi fallimenti, può favorire l’insorgenza di sintomi depressivi che, in alcuni casi, possono risultare così significativi da interferire con le attività affettive, sociali e lavorative dei soggetti. Inoltre, il probabile utilizzo del cibo come “antidepressivo”, tipico di questi soggetti, altro non fa che peggiorare in maniera inesorabile la situazione.

    Pensiero dicotomico: è il modo di pensare contraddistinto dalla caratteristica di catalogare le cose in maniera estrema, cioè bianche o nere, belle o buone, ecc. Questo atteggiamento, comune alle persone con disturbi del comportamento alimentare, risulta molto pericoloso in quanto rafforza il senso di fallimento di fronte anche ad una piccola “ricaduta” alimentare, favorendo l’insorgenza dei sensi di colpa e l’insinuarsi e il successivo perpetuarsi dei sintomi depressivi.

      La data/ora di oggi è Gio Mag 02, 2024 4:02 pm